
La consueta visita Patagonica di “Franz”
Chi conosce Francesco sa che sin da quando ha concluso il percorso per diventare guida, ha sempre cercato di dedicare il periodo dell’estate australe a una delle zone montuose che più ama… La Patagonia appunto. Sin dalla prima visita quasi tutti gli anni è tornato in questa parte di mondo, spesso con i propri clienti. Appena rientrato ci ha inviato qualche scatto e un breve report, che vi proponiamo in due puntate…

Sul filo di cresta della Giordani alla Guillamet-
Primo tempo: Due vie sull’ Aguja Guillamet.
Dopo solo un giorno dall’arrivo di Jordi (il suo cliente) a El Chaltèn è in arrivo una piccola finestra di bel tempo, e il nostro Franz è a El Chalten da una settimana con altri colleghi e amici: per tutti c’è l’idea di provare il Fitz Roy, la vetta più alta della zona ma il meteo non da sufficienti garanzie quindi lui con Jordi ripiega sullo sgranchirsi le gambe sul Cerro Electrico. Tutto il team si dirige alla Piedra Negra, dove c’è la possibilità di scalare delle vie più brevi adatte alla meteo incerta.
Dal refugio Piedra del Fraile si risalgono i 1000m di dislivello che portano al campo di Piedra Negra, dove ancorano per bene le tende. Hanno autonomia di cibo per 5 giorni.
Lunedì sveglia alle 4: fa freddo, vento forte e le fessure sono visivamente intasate dal ghiaccio. Abbandonata l’idea di scalare su roccia cambiano leggermente il materiale e salgono al passo Guillamet, sono 600m di dislivello per un infame pietraia. Franz e Jordi superata la terminale seguono il canale ghiacciato della Amy fino alla forcella di cresta: qui il vento da O è veramente forte come anche il freddo e scendono.
Martedì piove e tira vento tutto il giorno, e il gruppo se ne resta in tenda a riposare, sperando nel giorno successivo. Sono gli unici rimasti al campo e (scopriranno poi) anche giovedì non ci sarà nessuno in zona, per la difficoltà nell’accesso con il brutto di martedì e per la meteo incerta. Il cielo è coperto e pioviggina, per portare a casa qualcosa da una giornata che non sembra un granché iniziano a scalare la Giordani, una cresta che si connette alla Fonrouge e volendo può essere presa come singola salita. La roccia è bagnata ma ci sono dei tiri molto belli ed estetici, sul 4 grado o poco più, man mano che saliamo esce il sole e una giornata stupenda senza una bava di vento, chi è stato qui qualche volta può confermare che si tratta di una rarità. Arriviamo alla forcella dove inizia la Fonrouge alle 11 passate, è tardi ma il tempo è così bello che decidiamo di continuare e un tiro dopo l’altro cercando di spingere per quanto possibile sull’acceleratore alle 6 di sera siamo in cima. Scendiamo abbastanza velocemente dalla Amy e alle 10, con le ultime luci siamo di nuovo alla tenda, una giornata campale, di quelle che non si scordano facilmente. Per me è la quarta volta su questa cima ma è sempre bellissimo. Abbiamo ancora qualche giorno e vedremo cosa ci riserverà la meteo, siamo comunque già più che contenti. Marcello (ndr Cominetti) e gli altri hanno salito la variante Hypermarmoz fino a connettersi alla Argentina e hanno proseguito fino a 4 o 5 tiri dalla cima, poi hanno deciso di scendere “farsi prendere dal buio su queste pareti non è mai una cosa consigliabile”, anch’essi sono comunque soddisfatti. Conclude così questa prima puntate Franz “È stato bello passare queste giornate in montagna con Marcello e i nostri clienti/amici: ho iniziato a fare la guida su queste montagne come suo “allievo” e ritrovarci qui assieme anno dopo anno a provare ad accompagnare degli alpinisti in zone diciamo scabrose è sempre un divertimento”.

Sullo stupendo traverso della Comesana-Fonrouge in una-giornata ideale