
Egger: il nodo infinito di Ermanno
Conosciamo Ermanno ormai da qualche anno, qualcuno del nostro team ha anche avuto l’onore di legarsi alla sua corda e di partecipare, nel 2013, a uno dei tentativi sul progetto che da ormai parecchi anni occupa la sua testa forse più di ogni altro. Mai stanco, sempre inquieto e pronto a partire anche con il cattivo tempo, la tempra burrascosa di Ermanno è per certi versi specchio della terra a cui lui ha dedicato una vita: la Patagonia ovviamente.
Il progetto dunque: Torre Egger, parete ovest, si può dire forse l’ultimo grande problema irrisolto di questi picchi? Certamente no, la storia dell’alpinismo è piena di “ultimi grandi problemi”, ma poi è sempre la fantasia dell’uomo a crearli e l’uomo a risolverli, per poi crearne di nuovi. E così, di “ultimi grandi problemi” continuerà ad essere piena la cronaca specializzata, almeno finché ci sarà qualcuno che saprà guardare le montagne di sempre con occhi nuovi. Ma certamente resta un obiettivo ambizioso, che salita nel proprio centro, impone problemi tecnici e logistici di prim’ordine. Leggiamo direttamente dalle parole di Ermanno, che non abbiamo voluto toccare, per lasciarle con quel suo stile da eterno fanciullo che, ancora, sogna le Sue Montagne, com’è andata…
Le parole dell’ “uomo del Torre”
“Quindi, com’è andata la nostra spedizione alla parte ovest della Torre Egger, mi chiedi? Beh, andiamo con ordine…
Il team nella sua val Rendena, pochi giorni prima della partenza
Chi siamo:
Alessandro Beltrami: ero già salito con lui alla parete est del Cerro Torre nel 2004 lungo la nuova via “Quinque ani ad paradisum” insieme anche al Grande Giacomo Bossetti e rimanendo in parete 9 giorni. L’anno successivo anche con Rolando Garibotti alla nuova via sempre al Cerro Torre “El arca de los vientos”, su quella linea che Cesare Maestri ‘disse’ di aver percorso nel 1959 con il Grande (ndr la maiuscola di Ermanno è voluta…) Toni Egger deceduto durante la discesa. E così, eccolo di nuovo qui con me per quella che è stata una nuova grande avventura.
Mirko Povinelli: Fortissimo scalatore che sta portando a termine il corso per Aspirante Guida Alpina. Forte anche fisicamente, direi un… ‘mostro’. Mai stanco e con un passo da vero atleta di montagna. E anche di ottima compagnia durante le dure giornate di maltempo passate nella porta-ledge.
Giorgio Roat: Alla sua prima esperienza su terreni impervi e nuove aperture. Anche per lui un grande fisico, tanto che gli deriva anche dal suo mestiere di boscaiolo. Mai stanco, anche nei momenti più difficili e pure molto simpatico.
Il racconto
Partiamo il 15 ottobre e il 16 sera siamo a El Chaltén. Il giorno dopo ci fermiamo a preparare le ultime cose prima di avviarci verso i monti. Il 18 lasciamo il comodo paese per andare alla Piedra del Fraile, ultimo posto accogliente fra il verde del bosco. Il giorno dopo iniziamo i carichi verso il Paso Marconi che ci porterà fra qualche giorno verso la nostra parete. Giornate lunghe e ‘molto pesanti’. Prima di andare sulla Ovest decidiamo di fare una puntatina al Chaltén per farci un’ultima mangiata come si deve e darci lavata.
(fine prima puntata, continua…)