
Giorgia Tesio, prima climber a risolvere Hyaena
L’ INTERVISTA ALLA NOSTRA ATLETA, FRESCA DI REALIZZAZIONE
Il 23 gennaio 2016 il tuo compagno di Team, Pietro Biagini, chiudeva lo storico Hyaena, corto e intenso 8b+ di Finale Ligure, all’Alveare di Monte Sordo, chiodato e liberato da Andrea Gallo a metà degli anni ’80. A quasi due anni di distanza, a soli diciassette anni, lo emuli, firmando la prima femminile (in due giorni e sei tentativi).
Come ti sei sentita una volta giunta in catena?
Penso che “incredulità” sia la parola che più esprima il mio stato d’animo nel momento in cui ho moschettonato la catena di Hyaena; emozione che è stata subito sostituita da gioia e orgoglio non appena ho sentito le voci di mio papà, Pietro, Camilla e suo padre complimentarsi alla base del tiro, a conferma che non mi ero immaginata tutto. Fare questa via è stata sempre una mia ambizione, e portare a termine un progetto in così poco tempo è senza dubbio una grandissima motivazione per affrontare le prossime sfide, sapendo che, proprio come questa, si possono vincere!
Cosa ti affascina maggiormente di questo tiro?
Sarebbe banale rispondere la linea, quindi dirò i movimenti e le sensazioni che si hanno mentre si scala; lo stile di Finale è complesso, difficile anche tecnicamente parlando, e mi è sempre piaciuto per questo. In questo senso è una via intrigante: pur cercando di capire i metodi per i passi chiave guardando alcuni video (quello di Stefano Carnati e di Pietro Biagini, che ha chiuso la via l’anno scorso e che è arrivato giusto in tempo per incitarmi mentre la stavo salendo), ho dovuto impiegare un giorno intero per comprendere a pieno come risolvere i due blocchi della via; per questo la ritengo intrigante, perché ti impegna anche nella lettura, non basta solo “tirarle”.
Sei la prima donna ad aver risolto il tiro, liberato 30 anni fa da Andrea Gallo. A tuo avviso, cosa rende Hyaena così complesso per una climber?
Essendo una via relativamente corta, di sicuro a me più congeniale, e composta da due sezioni di blocco, è possibile che la difficoltà risieda proprio in queste componenti. Ho visto solo Camilla Moroni provarla: riusciva molto bene nel primo traverso (il famoso incrocio, dove io faticavo di più), ma, benché ce la facesse, era maggiormente in difficoltà nell’ultimo passo, più aleatorio, dove io, invece, una volta capito il metodo, riuscivo a passare senza particolari incertezze. In ogni caso, credo che questa via serbi insidie per tutti, in base alle proprie carenze e punti di forza.
Photo credit: Fabio Fin
- Giorgia Tesio studia la linea di Hyaena
- Giorgia Tesio su Hyaena