Arrampicata e prevenzione degli infortuni al ginocchio


Nel mondo dell’arrampicata, si parla spesso d’infortunio alle mani, ai gomiti e alle spalle, quasi senza considerare come quest’attività sottoponga anche gli arti inferiori a importanti carichi e, soprattutto, a movimenti non così usuali per gli stessi. Le evidenze scientifiche, infatti, mostrano come, seppur in minoranza, gli infortuni all’arto inferiore non siano poi tanto rari.
Ci capita spesso, in falesia, di vedere eseguire una “lolotte” con il ginocchio completamente in torsione oppure un tallonaggio, all’altezza viso, con il piede tutto incastrato. Dato la rilevante capacità di carico che possiedono gli arti inferiori, le articolazioni, costrette in queste pose, sono soggette a intense forze di taglio, quelle stesse energie responsabili di lesioni o sovraccarichi delle strutture fibro-cartilaginee e legamentose.

Nella mia pratica clinica e in letteratura, senza considerare cadute accidentali o atterraggi poco simpatici, l’articolazione più coinvolta è senza dubbio quella del ginocchio. Ecco come, allora, l’inserimento, nella fase di riscaldamento, di alcuni esercizi per potenziare la muscolatura dell’arto inferiore possa prevenire l’insorgenza d’infortuni e, magari, migliorare il gesto tecnico specifico. Quali sono, dunque, le strutture principalmente coinvolte in questi infortuni? Dal punto di vista anatomico, la stabilità passiva del ginocchio è garantita dai legamenti collaterali, mediale e laterale, che danno stabilità in direzione latero-laterale e rotazionale, dai legamenti crociati, anteriore e posteriore, che portano a stabilità antero-posteriore e rotazionale e, infine, dai menischi, fibrocartilagini che aumentano la congruenza articolare tra il femore e la tibia e agiscono da “guida” nei diversi movimenti.

La stabilità attiva è data dall’azione del quadricipite femorale, con le sue varie compagini, e dei muscoli della loggia posteriore della coscia. Come negli altri distretti corporei, un buon rapporto lunghezza-forza tra catena muscolare anteriore e posteriore è necessario per evitare l’insorgere di sovraccarichi funzionali che portino a lesione delle strutture passive.

Quindi, la mobilità articolare completa è un prerequisito essenziale per il corretto funzionamento del ginocchio e la sua conservazione. E’ importante avere una buona mobilità in flessione ma, soprattutto, in estensione (direzione generalmente più limitata).

Per mantenere un’adeguata stabilità attiva è essenziale migliorare la forza muscolare e il controllo dinamico dell’intero arto inferiore. Per far ciò, un buon rinforzo del quadricipite e degli stabilizzatori dell’anca è fortemente consigliato per un programma di allenamento completo.

 

L’esercizio di squats permette di ottenere una buona attivazione muscolare del quadricipite e dei muscoli stabilizzatori dell’anca. Per variare il carico, può essere eseguito con l’appoggio di entrambi gli arti oppure di un singolo arto, per aumentarne la difficoltà. 15 ripetizioni x 5 volte

 

L’esercizio di single leg bridge, permette di attivare gli stabilizzatori dell’anca con una buona integrazione della core stability. La posizione bridge è mantenuta per 5’. 10 ripetizioni x 3 volte.

 

Durante l’esecuzione dei tallonaggi, la richiesta funzionale dei muscoli posteriori della coscia è molto importante. Una buona forza muscolare può prevenire l’eventuale insorgenza di patologie a carico dei muscoli flessori del ginocchio. 15 ripetizioni x 3 volte.

 

Questi sono solo alcuni semplici esercizi da inserire nel proprio programma di allenamento, per prevenire l’eventuale insorgere di patologie a carico del ginocchio. L’esecuzione degli stessi in presenza di dolore all’arto inferiore è comunque da valutare insieme ad un fisioterapista o un medico.

Buone scalate!

Silvio