
Perfect man 2.0
Dicembre 2014.
Non so cosa mi spinge ancora a cercare nuove linee, nuove sfide.. in fondo ho appena spento 40 candeline… salito tante vie, raggiunto il 9a, chiodato e liberato bei progetti. Potrei anche ritenermi sazio, appagato e felice.
Eppure continuo cercare, ad innamorarmi di questo gioco, a sperare di trovare ancora una volta quel progetto che mi spinga a superarmi, quella linea che forse non riuscirò mai a salire e proprio per il fatto di non essere scontata, o quasi impossibile, mi spinga ad essere migliore, a superarmi ancora una volta, ad essere l’imperfetto che per un istante raggiunge la perfezione almeno su quella linea dei sogni.
Ho incontrato cosi “Perfect man”, con questo spirito e desiderio anche se non mi aspettavo assolutamente di scoprire una linea cosi!
Perfect man era stata chiodata parzialmente da Andrea Gallo nel 1992 come si legge sulla guida Oltrefinale.
Avevo salito le vie più difficili del settore e accortomi di questo vecchio progetto abbandonato decisi di provare a riportarlo in vita.
Temevo che non fosse un granché anche per il fatto che la linea che percorre un grande tetto al centro della grotta appariva molto liscia e abbastanza vicina ad un’altra via più facile nella parte alta.
Durante la richiodatura ho dovuto modificare leggermente la linea originale seguendo le asperità che i miei sogni trasformavano in prese che un giorno avrei dovuto strizzare.
Ho impiegato un bel po’ di giornate per tessere una sequenza possibile di movimenti, come spostare una protezione per rendere possibile un moschettonaggio.
- Elena Chiappa
- Matteo Gambaro
- Matteo Gambaro
Ogni giorno c’era qualcosa da imparare, uno spostamento, una prensione nuova, un equilibrio e mentre lavoravo le sequenze il mio corpo assimilava dati: particolari e informazioni per migliorare e rendere possibile un giorno la salita… temperatura, umidità, tipo di riscaldamento, attivazione, alimentazione. Pensavo a tutto ciò che potesse servire a migliorarmi.
Nella primavera 2015 mi avvicinai molto alla salita ma una serie di intoppi allonatarono il mio sogno. Piogge insistenti e una via che difficilmente si presenta asciutta possono davvero essere un ostacolo!
Inoltre più volte mi si sono rotte parzialmente alcune prese chiave e ho dovuto ritessere le mie tele ricomonciando tutto da capo.
Ogni volta che tutto era messo a punto succedeva un imprevisto, ogni volta che mi avvicinavo alla salita dovevo ricominciare.
L’estate mi costrinse a sospendere i tentativi sono nell’autunno riprendo motivazione e coraggio e in ottobre sento di poterla fare.
Inizia un periodo stressante, mi ritrovo spesso teso e non libero di testa, sento di averla in pugno ma accade sempre qualcosa nelle ultime prese, ogni volta riparto, mi sembra quasi facile talmente sono adattato ma puntualmente cado!
Arriva l’inverno, l’incidenza del sole cambia e col solstizio la parete non prende sole se non per pochi attimi e freddo e umidità la fanno da padroni in bassa valle. I miei tentativi peggiorano di nuovo e sono sul punto di arrendermi. I primi di febbraio però il sole inizia di nuovo stare alto e le condizioni migliorano. Decido di provare ancora.
Cado altissimo il primo giorno e mi rendo conto che nulla è cambiato, che le mie braccia possono ancora fare l’ultimo sforzo.
Il 16 marzo finalmente arriva la giornata perfetta. Condizioni buone, anche se non ottime, scalo divertendomi con la mia compagna e qualche amico.
Il primo tentativo non va a buon fine e per un attimo penso che ancora una volta ci dovrò riprovare. Riposo fino al tramonto e penso se vale la pena provare ancora.
Un inaspettato venticello mi riattiva e decido di fare un ultimo giro su questa linea forse fatta per gente più giovane. Scalo preciso, forse stanco, supero il punto chiave e, inaspettatamente, resisto fino all’uscita in catena guardo giù. Elena è li che mi tiene, come sempre, le parole non servono. Non esulto, non faccio nulla se non cercare di assaporare il momento, intrappolarlo x riviverlo anche se è impossibile…
La perfezione non esiste se non per pochi attimi e forse quell’attimo valeva tanti sforzi, tante giornate di fallimenti che sono stati la costruzione di piccoli pezzi di perfezione.
Probabilmente ci saranno arrampicatori in grado di salire un itinerario di questa difficoltà in meno tempo ma io sono davvero contento di aver trovato una linea cosi bella e difficile.
Averla salita è stato l’atto finale di un percorso bellissimo e molto faticoso, mai scontato. Per questo ho voluto rispettare il nome dato in passato da Andrea Gallo: “perfect man”.
Fossi stato più forte e l’avessi salita più facilmente non sarebbe stato lo stesso, non avrei avuto quel momento… perfetto.
Matteo Gambaro
Foto: Giordano Garosio