
Il Gomito: prevenire gli infortuni dell’arrampicatore.
Eccoci qui, al secondo capitolo dedicato alla patologia e alla prevenzione degli infortuni in arrampicata sportiva; in questa sezione parleremo del gomito, (il primo trattava gli infortuni della mano) dal punto di vista anatomico, pato-bio-meccanico e preventivo.
Dal punto di vista funzionale il gomito è l’elemento che permette di avvicinare e allontanare la mano dal corpo. Caratteristica principale, quindi, è la flesso-estensione e prono-supinazione. In questa regione, come accennato nel capitolo precedente, si trova la maggior parte della componente contrattile con azione sulla mano. È, quindi, logico il collegamento che si crea tra gomito e mano dal punto di vista anatomico e pato-bio-meccanico.
Dal punto di vista anatomico, sul comparto mediale del gomito, trovano inserzione l’apparato flessorio del polso e delle dita e vi è il passaggio del nervo unlnare. Sul comparto laterale del gomito, invece, trovano inserzione l’apparato estensorio e tra un’arcata muscolo fasciale vi è il passaggio del nervo radiale e delle sue diramazioni. La vicinanza e la struttura anatomica del tessuto e del nervo rendono il gomito sede di compressione neurale con la conseguente sintomatologia dolorosa o, peggio ancora, formicoli, parestesie o carenza di forza.
Anche in questo segmento le patologie che ne derivano sono all’ordine del giorno per un arrampicatore. Le classiche e conosciute epicondiliti mediali e laterali, sono il più delle volte patologie con cui l’arrampicatore imparara a convivere e nel tempo si cronicizzano.
L’over-use dell’apparato estensorio e flessorio altera la qualità del tessuto connettivo che tende a fibrotizzare con possibile compressione del nervo.
Da questa spiegazione pato-meccanica deriva dunque la necessità di avere un buon allungamento del tessuto molle del gomito.
La sola pato-meccanica locale non basta, però, a spiegare il protrarsi della sintomatologia al gomito. Infatti molte persone, seppur seguendo un buon programma riabilitativo “locale” al gomito, atto a migliorare l’elasticità dei flessori e degli estensori, non hanno la completa scomparsa della sintomatologia dolorosa. I dati presenti in letteratura parlano di un “doppio intrappolamento del nervo”, il più delle volte a livello cervicale. E’ necessario, dunque, avere una buona mobilità ed equilibrio muscolare su tutta la catena dell’arto superiore e del tratto cervicale.
Il trattamento fisioterapico si differenzia se il paziente si presenta in fase acuta o cronica. Il dolore si definisce cronico quando la sintomatologia permane per più di 3 mesi.
In fase acuta il trattamento più indicato è il seguente:
-Riposo
-Antinfiammatori (prescrizione medica)
-Riabilitazione
-Ghiaccio locale
In fase cronica:
-Bendaggio funzionale (kinesio taping)
-Riabilitazione
-Stretching, prima dinamico e poi statico
-Rinforzo muscolare
Come nella mano, anche nel gomito, le regole base per prevenire qualsiasi tipo di infortunio in arrampicata, ma anche in altri sport, sono: un’idonea preparazione, dedicando un discreto tempo alla fase di riscaldamento con un allenamento proporzionato e progressivo al proprio momento fisico; un adeguato equilibrio muscolare agonisti/antagonisti; una buona flessibilità muscolo-tendinea.
In fase di riscaldamento, oltre gli esercizi presentati nel capitolo precedente, si consiglia di integrare con
-Stretching dinamico di mobilizzazione del nervo radiale e del nervo ulnare
- posizione1
- posizione2
Posizione 1: fletto omolateralmente la testa, intraruoto il braccio e il gomito chiudo a pugno la mano.
Posizione 2: fletto controlateralmente la testa e ritorno in posizione neutra con il braccio, avambraccio e mano.
Ripeto in modo dinamico per 10 volte
- posizione3
- posizione4
Posizione 3: testa flessa omolateralmente, braccio a 90° di abduzione, gomito flesso, mano appoggiata al capo.
Posizione 4: testa flessa controlateralmente, braccio a 90° di abduzione, gomito esteso, mano flessa.
Ripeto in modo dinamico per 10 volte
Rinforzo del tricipite:
15 ripetizioni x 3 serie.
Gli esercizi sopra elencati, vanno comunque considerati come esercizi preventivi. In presenza di dolore, formicolii ecc. è comunque consigliabile astenersi da questa tipologia di esercizi se non dopo una valutazione di un fisioterapista o personale medico.
Buon allenamento
Silvio Reffo
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