Tamara e la sua spedizione invernale al Nanga Parbat


Sono partiti ieri Tamara Lunger, suo padre e Simone Moro per la loro spedizione invernale sul Nanga Parbat. Siamo riusciti a sentirla per una breve intervista qualche giorno prima della sua partenza.

Ciao Tamara, l’ultima volta che ci sei venuta a trovare eri di ritorno dalla tua ultima spedizione, adesso, ti ritroviamo in partenza. Come vivi questa nuova esperienza?

Ho aspettato questo momento per un anno intero. E’ stato un anno particolarmente duro, perché non ho potuto fare attività fisica per mesi. Mi sono ripresa molto bene e non vedo l’ora di passare i prossimi mesi in spedizione con mio papà e Simone, vivendo sicuramente un periodo bellissimo, anche se duro e freddo.

L’obiettivo della spedizione? Quanto pensi che durerà e chi sono i tuoi compagni di viaggio?

Staremo via dai due ai tre mesi con mio padre e Simone Moro. L’obiettivo é acclimatarsi sullo Spantik (7027m) con gli sci di alpinismo. Speriamo che il tempo quest’anno sia un po’ meglio dell’anno scorso, da permetterci belle discese con gli sci.

Una volta giunti al Nanga spero che la situazione non sia troppo da “gara” viste le numerosissime spedizioni che troveremo lì. Noi, comunque, faremo quello che siamo in grado di fare senza troppe preoccupazioni esterne. Sono felice di andare ancora con Simone, che ha tantissima esperienza, ma soprattutto, é anche una persona solare e divertente. Non può che andare tutto bene, poi, se la cima sarà possibile sarò contentissima.

Cosa non potrà mancare nel tuo zaino (a parte l’attrezzatura tecnica)?

L’immagine di Gesú sul casco, i miei portafortuna e tanta positività e motivazione. Durante un periodo così lungo, dove il focus é messo su due cime questa cosa é fondamentale.

Una salita ambiziosa, in un ambiente severo, con quali materiali CT proverai ad affrontare questa grande montagna di 8000 metri?

Il mio nuovo e personalissimo casco Orion (mamma mia, quanto mi piace!), un imbrago nuovo concepito da poco (per il quale io ho proposto il nome “Nanga Light”), piccozza Fly Hook, pala da neve Snow Digger, sonda Probe Finder, fettuccia elastica Swhippy, viti da ghiaccio Ice Screws, fittone da ghiaccio Snow Anchor, ramponi Lycan, l’assicuratore/discensore Be Up, la deasy chain Multi Chain e la maniglia bloccante Quick Up.

Raccontaci qualcosa di più del “tuo” imbrago, da cosa è nato?

Climbing Technology aveva in progetto di realizzare un imbrago leggero studiato per l’alta montagna, il mio contributo è servito per affinare alcune idee che già in erano in fase di sviluppo. Occorreva un imbrago che offrisse totale comodità e che si potesse indossare senza problemi anche con i ramponi ai piedi. E’ stato molto bello studiare e creare un nuovo imbrago leggero con i tecnici specializzati di CT. Ho apprezzato molto la loro disponibilità ad aiutarmi a vivere un sogno che sarà ancora più bello grazie a dei materiali concepiti per l’alta quota. Interessante è stato unire le idee di tutti e trovare piccoli grandi accorgimenti; per esempio abbiamo studiato un’apertura dei cosciali agevolata anche con guanti pesanti, poi abbiamo spostato il portamateriale aggiuntivo un po’ più avanti, perché con la tuta d’alta quota spesso si fa fatica a prendere gli attrezzi dall’imbrago. Sono molto contenta del risultato finale e sono certa che al mio rientro avrò ulteriori feedback per perfezionarlo.

Come potremo seguire la vostra spedizione?

Siccome ci saranno tante spedizioni in contemporanea e si avverte competizione noi abbiamo deciso di comunicare meno rispetto al solito, per concentrarci molto di più sulla nostra salita. La spedizione è molto importante e molto seria, quindi proveremo a fare del nostro meglio prendendo le decisioni giuste e concentrandoci sulla cosa principale: il nostro sogno di salire il Nanga d’inverno.

Foto di copertina: Alberto Orlandi

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