Esperienza = Conoscenza


Una bella analisi sull’approccio del bambino all’arrampicata vista da chi insegna ogni giorno ai piccoli climbers a muoversi in verticale: il nostro team manager Paolo Cattaneo ci accompagna in questa scoperta.

Sin dalla nascita ogni bambino viene accompagnato a vivere una quotidiana esplorazione di un nuovo mondo.

In ogni momento scopre limiti, confini e differenze, così come inizia ad affrontare le sue paure e le prime difficoltà.

Il bambino piccolo che esplora quel mondo a lui vicino, difficilmente conosce e ha la consapevolezza dei pericoli.

Spesso gli adulti intervengono e mettono un freno al gioco per evitare che si faccia male e corra gravi rischi.

Il problema nasce proprio qui, si corre il rischio che l’adulto intervenendo tolga lo spazio naturale al bambino di provare ad esplorare, sperimentare e conoscere tutto quel nuovo che lo circonda.

Certo è che lasciando troppo libero il bambino quest’ultimo potrebbe esporsi a pericoli oggettivi con conseguenze peggiori.

Ecco dunque tanti divieti, una sorta di freni che limitano il percorso del bambino e spesso inibiscono il suo istinto di esplorare lasciando invece spazio alle paure di un qualcosa che nella realtà non ha mai conosciuto.

Pensiamo a quanti bambini e ragazzi dicono di soffrire di vertigini. Molti di loro non hanno mai sperimentato le loro emozioni in quelle situazioni (come salire su una scala, arrampicarsi al parco, attraversare un sentiero esposto, etc.), quindi provano un senso di paura senza mai averla vissuta nella realtà.

Questo è un buon esempio per farci capire che crescere con percorsi iperprotetti e limitati alla novità, porterà i bambini, i ragazzi e gli adulti poi, a trovarsi sempre in difficoltà ogni volta che si dovrà affrontare una nuova esperienza.

Possiamo dire che il vero “lavoro difficile” per gli adulti è quello di mettere giusti paletti lasciando un buon spazio per il bambino dove scoprire il mondo nel modo più spontaneo e naturale.

E’ necessario offrire ai bambini una molteplicità di occasioni, materiali ed esperienze che suscitando la loro curiosità possono stimolare la concentrazione e la possibilità di esprimere il proprio mondo interiore.

E’ la curiosità infatti il punto di partenza. Spinto dalla curiosità il bambino osserva, analizza la realtà, la smonta, cerca di capirne le regole… per poi rimetterle in ordine con i propri occhi e la mente e solo così potrà diventare un essere attivo e creativo.

Il contatto diretto con la natura contribuisce a sviluppare una buona consapevolezza del valore degli ambienti naturali, ma è anche in grado di provocare nel bambino intense attività cognitive e affettive, poiché il rapporto sensoriale con l’ambiente costituisce la sorgente viva della vita della mente.

Si può provare ad educare alla crescita trovando un buon equilibrio, ovvero dando massima attenzione ai pericoli reali ( cadute esposte, pendii ripidi,etc.) e mettendo maggiore fiducia per quelle tante situazioni dove i pericoli sono contenuti e limitati.

Così facendo i bambini sperimenteranno la possibilità di sbagliare e dall’errore impareranno di certo qualcosa.

Grazie a queste semplici attenzioni anche un bambino molto piccolo potrà affrontare e vivere i suoi primi passi nel bosco, arrampicare e salire sui sassi, attraversare brevi ruscelli, a volte cadendo e sporcandosi le mani, altre trovando equilibri e soluzioni personali.

Per i bambini questi sono solo alcuni dei tanti modi di sperimentare ogni giorno piccole grandi avventure cariche di esperienze, quelle esperienze che renderanno la loro vita sempre più viva e interessante.

Paolo Cattaneo

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