Arrampicata tra stile di vita e sport


L’EVOLUZIONE DELL’ARRAMPICATA DA STILE DI VITA A VERO E PROPRIO SPORT

COME É CAMBIATA LA VISIONE DELL’ARRAMPICATA DALLO STEREOTIPO DELL’ARRAMPICATORE “STRACCIONE” CHE CAMPEGGIA ALLA BASE DELLE FALESIE ALL’ATLETA?

L’ARRAMPICATA UNO STILE DI VITA?

L’arrampicata, o meglio il free climbing, compie nella nostra vecchia europa ormai quasi 30 anni. Per chi l’ha vista nascere ci sono stati, inevitabilmente, molti cambiamenti. I vecchi pionoieri dell’arrampicata che viaggiavano alla ricerca del mondo verticale da conquistare erano ben convinti che rappresentasse uno “stile di vita” e ben pochi avrebbero previsto che sarebbe diventata un vero e proprio sport.

All’epoca la filosofia era vivere per scalare, viaggiare, essere scalatori “dentro”, un po’ hippy e un po’ selvaggi. Tutti noi abbiamo in mente il mito dell’arrampicatore vagabondo, libero di scegliere la propria vita, insensibile alla foga del consumismo degli anni ’80, senza famiglia, che parte con il suo furgone per viaggi a tempo indetermintao, per vivere semplicemente nel mondo in cui scala.

Oggi qualcosa è cambiato.

L’avvento delle competizioni, la codificazione di questo sport da parte delle federazioni, i siti internet a punteggio anche per l’attività indoor, la massificazione dell’alto livello hanno profondamente cambiato la poesia del passato.

Per le generazioni attuali di climbers gli obiettivi e le aspettative sono diverse da quelle degli arrampicatori di 30 anni fa “star” come Lynn Hill, Wolfang Gullich, Patrick Edlinger, François Legrand etc etc.

Per le nuove generazioni, cresciute nelle sale boulder, l’obiettivo è la prestazione, le gare e la scalata. Non c’è dubbio: oggi l’arrampicata è uno sport a tutti gli effetti. Oggi l’arrampicatore o è uno studente oppure è un lavoratore, impiegato che scala nel week end e approfitta del low coast per scappare una settimana dalla quotidianità.

LA CONTINUITA’ CON IL PASSATO

L’ ARRAMPICATA: UNA PASSIONE ESCLUSIVA PER UN IMPEGNO TOTALE

I giovani di oggi iniziano prestissimo con le competizioni (dalla categoria under 8 anni); si formano e acquisiscono livelli e capacità sempre più alti per poi partire per qualche luogo cult dell’arrampicata sportiva e trasporre su roccia la propria capacità atletica salendo qualche linea dura che ha fatto la storia di questo sport.

DALLA GARA ALLA ROCCIA

Non vi è stata una vera e propria frattura tra la componente agonistica e il più romantico stile di vita, bensì è cambiata la tendenza, la direzione dallo sport agonistico all’arrampicata su roccia.

Oggi si nasce sulla resina e quindi quel clima pionieristico degli anni ’80 raccontato nei testi, dove si partiva come nomadi alla ricerca delle condizioni per poter scalare, alla ricerca dell’impresa scalatoria che nessuno aveva mai affrontato, è profondamente mutato. Oggi la ricerca dell’alta difficoltà attraverso l’allenamento è l’obiettivo da raggiungere, lo stile di vita diventa una conseguenza di tale ricerca.

Il moderno TOP CYBER CLIMBER naviga su internet, sceglie le mete con cura sondando i siti meteorologici per valutare le condizioni e monitora i video riguardanti la salita della via “must” che vuole andare a provare.

In fondo, si è sempre nomadi, con lo zaino in spalla, semplicemente si è più aggiornati con i tempi.

Anche se è indubbio che l’arrampicata sta effettivamente cambiando, diventando sempre più uno sport accessibile a tutti. Tuttavia, credo che una cosa non sia mutata rispetto al passato; l’idea che arrampicare sia una passione esclusiva e totalizzante, che richiede un impegno incondizionato, diventando, così, anche per i top climber da Coppa del Mondo uno stile di vita imprescindibile.

QUALE VALORE AGGIUNTO HA PORTATO L’AGONISMO ALL’ARRAMPICATA?

L’agonismo in qualunque disciplina porta la persona-atleta ad arricchirsi sul piano mentale permettendo attraverso la pratica agonistica di conoscere se stessi, i propri limiti per poi superarli.

L’impegno, la dedizione e la volontà di migliorarsi insegnano ad essere disciplinati e ad affrontare gli ostacoli. I ragazzi provenienti dal mondo della palestra hanno alzato il livello e fatto in modo che la scalata, in generale, diventasse ancora più professionale raggiungendo livelli che prima non erano pensabili.

NON SOLO SPORT

Ovviamente nell’arrampicata al di fuori dell’agonismo si trovano anche molti ingredienti che fanno di questa attività un’esperienza unica e difficilmente catalogabile come mero “sport”.

Arrampicare arricchisce anche chi lo pratica sul piano sociale e personale, viaggiando e scoprendo luoghi nuovi apre la mente. L’arrampicata porta con se’ il momento del viaggio: di se stessi sulla parete per trovare il movimento, il ritmo giusto per salire, la sensazione sulla roccia, la natura, il paesaggio ecc.

Questi sono solo alcuni degli aspetti che fanno ancora oggi dell’arrampicata un’esperienza intima e personale non codificabile in una regola sportiva lasciando così quel gusto idealistico e romantico che l’arrampicata non diventerà mai per tutti SOLO uno SPORT.

UN NUOVO MODO DI INTENDERE L’ARRAMPICATA: LE COMPETIZIONI.

DALLA ROCCIA ALLA GARA: la storia

Le competizioni che oggi siamo abituati a vedere nei internet ogni giorbo sono storia abbastanza recente per questa disciplina. Nascono ufficialmente nel 1985 a Bardonecchia (TO) in Italia. Qui fu organizzata la prima gara di difficoltà (lead con la corda) al mondo. Si riunirono i migliori arrampicatori del momento e l’evento fu chiamato sportroccia. Fu un successo che sancì la nascita della nuova era dell’arrampicata sportiva. Nel 1986 l’evento fu ripetuto ad Arco di Trento e nello stesso anno in una palestra a Lione la Federazione Francese organizzò il primo evento indoor mostrando le potenzialità di questo nuovo modo di intendere l’arrampicata gettando le basi per il nuovo sport.

Nel 1989 si svolse la prima Coppa del Mondo e nello stesso anno venne riconosciuta dall’UIAA come disciplina sportiva a tutti gli effetti.

Gli anni ‘90 segnarono la nascita di un gran numero di eventi e competizioni in tutte le principali aree europee e non solo. Da qui si avvertì la necessità di svolgere le competizioni su strutture artificiali e non naturali.

Per il boulder, disciplina ancora più recente, occorre attendere il 1999 per assistere alla prima gara di Coppa del Mondo di specialità boulder a Bardonecchia.

Oggi continua a crescere il calendario degli eventi ufficiali e non, annoverando sempre più paesi nel mondo. Nel calendario sono previsti i circuiti nazionali (Coppa Italia e Campionato Italiano) www.federclimb.it, i circuiti continentali Coppa Europa e Campionato europeo (giovanile e senior), e circuiti internazionali (Coppa del Mondo e Campionato del Mondo, giovanile e senior) www.ifsc-climbing.org

Solo nel 2006 la UIAA inserisce anche le competizioni di Paraclimbing, dedicate agli arrampicatori disabili; mentre nel 2011 il comitato olimpico decide di inserire l’arrampicata sportiva in una lista che comprende i possibili nuovi eventi da inserire nei Giochi Olimpici del 2020.

Una storia abbastanza recente quella delle competizioni nell’arrampicata e ancora ricca di sviluppi.

-SPECIALITA’ DELL’ARRAMPICATA SPORTIVA

Ad oggi le specialità agonistiche sono tre:

-LEAD O DIFFICOLTA’

Si tratta di strutture alte almeno 12 metri con corda dove l’obiettivo è salire più in alto possibile fino al raggiungimento del TOP, nel minor tempo possibile lungo il tracciato preparato per l’occasione.

-BOULDER

Si svolge su strutture più basse, di altezza massima di 5 metri, senza corde, con materassi di protezione. L’obiettivo è risolvere il maggior numero di “blocchi” nel minor numero di tentativi possibile.

-SPEED O VELOCITA’

Si svolge su pareti di 10 – 15 metri con tracciati standard in tutte le gare del mondo. L’obiettivo, come accade nei 100 metri dell’atletica leggera, è raggiungere più velocemente possibile il TOP, costituito da un pulsante elettronico che segna il tempo.

Le gare si distinguono in ambito nazionale tra giovanili a partire dalla categoria Under 8 a quella Under 20 ed in quelle Senior dove i ragazzi da Under 16 in su possono tutti partecipare.

Elena Chiappa

Foto di copertina http://www.glowacz.de

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