Prendi un pomeriggio con Berni Rivadossi e vieni a Cimbergo.


Mettici il sole che sta tramontando e una brezza leggera che muove le fronde degli alberi. Seduti sui sassi guardiamo la parete in attesa della luce adatta a scattare le foto per il prossimo catalogo di Climbing Technology.

Non la vedi dalla strada e, se non sei della zona o non sei un climber curioso di scovare dei luoghi poco frequentati, non conosci la falesia di Cimbergo; un comune di poco più di 500 anime nel cuore della Val Camonica. Un luogo famoso, come tutta l’area del resto, per le incisioni rupestri, ma che in ambito climbing sta per diventare sempre più una tappa obbligata. Sarà per la qualità della roccia, sarà per il raduno “Boulder dei pitoti”, che prende appunto il nome dalle incisioni, oppure sarà perchè la zona è pittoresca e si arrampica quasi sempre al fresco e all’ombra.

Berni in questa falesia ci ha passato giorni e giorni, in compagnia del fidato Giacomo, suo inseparabile amico di arrampicata.

Ed è così, con le mani sporche di magnesite e lo sguardo sempre fisso alla parete, che ci racconta la storia di questa falesia così speciale per tanti motivi: “Più sotto c’è una vecchia falesia che ha più di vent’anni e un giorno io e Giacomo abbiamo scoperto, salendo, questa parete immacolata. Le prime vie che abbiamo chiodato sono state quelle più estetiche, la prima in assoluto è stata, appunto, “Genesi”. Uno spigolo che poi ha dato il “la” a tutte le altre, Giacomo ha lavorato quelle più facili mentre io mi sono dedicato a quelle con i gradi più impegnativi. La falesia si trova in un parco protetto, ed anche per questo motivo non vi sono relazioni. Noi apritori, come tutti i frequentatori, amiamo e rispettiamo questo luogo ricco di storia e bellezza naturale”.

Ci sono circa 70 tiri divisi in più settori, dal sesto all’ottavo grado, tutte chiodate e battezzate da Berni e Giacomo. Anzi, mi corregge “Sikaku il nome gliel’ha dato Adam Ondra. Perchè l’ha trovata molto complicata, come un rebus o un sudoku, un sikaku appunto! Infatti l’ha liberata al terzo giro e gli aveva dato un 8c+, poi io l’ho liberata l’anno dopo con dei passaggi più economici, delle method diverse e l’ho rivalutata 8c, grado che poi ha confermato anche Gabri Moroni e altri”.

Certo, perchè più provi un tiro più trovi il modo per farlo in maniera più economico, rifacendolo tante volte trovi i trucchetti, il giro che prima non avevi visto, una via la si prova anche 15 volte prima di trovare la method corretta. Se poi la falesia l’hai chiodata tu, i nomi delle vie pure ed è vicino a casa, allora rifare una via diventa la tua passione, la tua vita.

Ma come si decide come chiodare una via nuova? “I chiodi li metti seguendo la parete, dal basso cerchi la linea poi calandoti dall’alto trovi i punti dove mettere i chiodi. Non si può andare a caso perchè, soprattutto sui gradi alti, devi rispettare le giuste posizioni per rinviare e creare una linea logica. Poi questa è una bella roccia particolare, una via di mezzo tra arenaria e granito, molto compatta, il lavoro, quando chiodi, procede veloce”.

Ed è così che ti invitiamo a venire a scalare in questa falesia. Scendi il sentiero, la vedi solo all’ultimo minuto perchè il bosco è abbastanza fitto e quando ti si apre davanti il colpo d’occhio è una bella verticale di grande impatto, poi è vero che i gradi severi scoraggiano, ma del resto… se fosse alla portata di tutti perderebbe anche un po’ del suo fascino. E di fascino, questa falesia ne ha davvero parecchio, altrimenti come spiegare lo sguardo perso mentre il suo scopritore la descrive e sottolinea per esempio che “il nome “Capitan Findus” è stato dato dal fatto che come 8a è abbastanza difficile, “un bel bastone” appunto, e se dopo la prima parte eviti la sezione facile e vai a sinistra, in pieno muro compatto, diventa il capitano incazzato 8c”. Perchè ogni linea è una sua storia e non si possono mescolare o invertire. E ogni storia va rispettata così come è nata. Inoltre alla base dei tiri di corda sui satelliti di roccia sparsi nel bosco è  stata valorizzata un’intetessante area boulder con passaggi di varie  difficoltà ( i boulder più impegnativi sono due linee di 8a+ una liberata da Adam e una da Berni). Magari puoi venire in occasione del raduno il prossimo settembre, lo scorso anno c’erano più di 250 persone, tra boulder e tiri abbiamo arrampicato per due giorni. Quest’anno vieni anche tu?

P.B.

Ph: Alberto Orlandi

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