PREMEDITARE UNA VIA NUOVA

Quando mi capita di rimanere appeso all’ultimo spit mentre sto aprendo una linea nuova non di rado i miei occhi iniziano ad osservare in maniera più attenta tutto quello che mi circonda.

Ecco quindi che invece di pensare a come superare i metri successivi penso a dove potrebbe stare bene una bella via nuova sulla parete dalla parte opposta della valle.

I minuti di riposo sono finiti, riparto. Salgo un po’ di metri: altro spit. E di nuovo il mio sguardo ricade su quella parete: c’è un enorme “portale” giallo che sembra molto interessante ma anche molto strapiombante. Condito con una miriade di tetti che, si sa, qua nella zona del Grappa e della Valsugana non sono molto appigliati.

Poco male, se questi tetti sono troppo grandi, li eviterò con qualche bel traverso come fece Cassin sulla Cima Ovest di Lavaredo. Ma non scomodiamo il grandissimo Riccardo, icona dell’alpinismo passato. Qui si parla di una via sportiva, o quasi.

Ormai il tarlo della via nuova si è insinuato nella mente e, da lì, non esce più.

Quando ho in mano la foto con quella porzione di parete del Monte Spitz rimango ad osservarla per dei buoni quarti d’ora.

L’idea sarebbe quella di superare tutti i tetti con una ideale linea a goccia d’acqua ma so bene che sarà difficilmente possibile. Il “sarà difficilmente” diventa “è impossibile” quando assieme ad Angela arrivo proprio sotto la parete.

Alcuni tetti sono semplicemente troppo grandi e terribilmente lisci.

Prende strada allora l’idea del traverso. Per imboccare il traverso, tuttavia, c’è un tratto che già in foto sembra friabile… dal vero sarà proprio così!

Ormai conosco bene la roccia di queste zone, non mi frega più.

Invece no, mi frega ancora, perché non riesco ancora a resistere alla tentazione di salire quelle rocce che fanno tanto penare ma che sanno anche regalare quelle meravigliose emozioni che poi non riesci più a scordare.

Così è nata Giallomania sulla parete Ovest del monte Spitz.

Alessio Roverato

Ph: Matteo Mocellin

Leggi di più su Planetmountain